Bestia da stile

Bestia da
stile

di Pier Paolo Pasolini


Per un cronista di teatro ritrovare in tutta le sua genuina purezza il talento di un regista è un’autentica gioia. Il suo talento, Latella dava l’impressione di disperderlo. In realtà, egli ne ha troppo. Tende a strafare. Perfino in “Bestia da stile”, con tutti quei finali, con quella fine che non arriva mai, egli per essere a Pasolini devoto gli si sovrappone. Ma lo spettacolo è bellissimo. Il regista fa proprio ciò che il drammaturgo evita. Allineando i suoi dodici attori in un frac prima nero e poi rosso, e piazzando davanti ad essi quel Cristo che è Jan (e che Pasolini credeva di essere), Latella razionalizza il testo, o lo incornicia, lo fissa appunto in una forma precisa, la forma del concerto. Ne scaturisce una forza pazzesca, pari a quella de “I negri” del 2002. Questa forza si deve alla recitazione prefetta di tutti gli attori; alla colonna sonora, che trasporta la situazione nel meridione d’Italia; ma soprattutto al protagonista Marco Foschi. Lo avevo già visto, non lo avevo notato. Marco Foschi, non esito a dirlo, è l’attore giovane più bello e più bravo che ci sia in Italia. Egli ha un viso così mobile da sfiorare l’ultrasensibile. Parla, balla come un tarantato, suda piange sorride, ci tocca il cuore – più di Pasolini.
Franco Cordelli, Corriere della Sera


La Locandina

regia di gruppo a cura di Antonio Latella
con Marco Cacciola, Marco Foschi, Giuseppe Lanino, Marco Martini, Giuseppe Massa, Giuseppe Papa, Annibale Pavone, Mauro Pescio, Giovanni Prisco, Enrico Roccaforte, Cinzia Spanò, Rosario Tedesco, Stefania Troise
costumi Cristina Da Rold
disegno luci Giorgio Cervesi Ripa

suono Franco Visioli
realizzazioni sceniche Clelio Alfinito produzione Teatro Stabile dell’Umbria
in coproduzione con Nuovo Teatro Nuovo di Napoli, in collaborazione con La Biennale di Venezia

Info








Stagioni precedenti

— Venezia - Teatro Piccolo Arsenale Biennale di Venezia, Mer 22 Set