Mademoiselle Moliere

Mademoiselle
Moliere

di Giovanni Macchia


Questo testo-saggio Siciliano lo dirige col rispetto, la discrezione, l’ ambiguità sfiorata dal dubbio, ma anche l’ ansia di sapere del letterato, rovistando la sembianza minuta e nervosa della Signorina, difesa come già nei periodi trascorsi in convento da uno spiritoso cappello di velo sopra un austero abito-corazza verde e oro. Annamaria Guarnieri ci offre una maschera dura, una rabbia repressa, un attaccamento ancora morboso per il padre che trapela sotto l’ astio moralistico, ma anche nella trepidazione con cui ne rifà la tosse nervosa, e nella trasognata voglia d’ infanzia con cui rievoca la proprio crescita, lei che avrebbe ispirato la battuta “non ci sono più bambini”. Anche per l’ attrice, che a pochi mesi dopo Nella gabbia, di nuovo per il Teatro Stabile dell’ Umbria, si cerca in un altro ritratto di donna, è una serata d’ onore come per il “non-personaggio”. E alla fine resterà là, in controluce, di spalle al pubblico, guardando il teatrino, mentre Giovanni Crippa, l’ intervistatore, rivelerà un seguito della sua vicenda che ne rovescia l’ immagine: l’accettazione del matrimonio e la rinuncia quindi a essere – come la sconosciuta di Così è, se vi pare – per sé “nessuna”, come per la Storia. Un applauso lunghissimo. Franco Quadri


La Locandina

regia di Enzo Siciliano
con Anna Maria Guarnieri e Giovanni Crippa
aiuto regista Paolo Castagna
scene di Giosetta Fioroni
costumi di Vera Marzot

musiche originali di Antonio Di Pofi
luci di Enrico Berardi
direttore dell’allestimento Pietro Pagnanelli A.U.D.A.C. Teatro Stabile dell’Umbria

Info

regia di Enzo Siciliano
con Anna Maria Guarnieri e Giovanni Crippa
aiuto regista Paolo Castagna
scene di Giosetta Fioroni
costumi di Vera Marzot
musiche originali di Antonio Di Pofi
luci di Enrico Berardi
direttore dell’allestimento Pietro Pagnanelli

A.U.D.A.C. Teatro Stabile dell’Umbria


Questo testo-saggio Siciliano lo dirige col rispetto, la discrezione, l’ ambiguità sfiorata dal dubbio, ma anche l’ ansia di sapere del letterato, rovistando la sembianza minuta e nervosa della Signorina, difesa come già nei periodi trascorsi in convento da uno spiritoso cappello di velo sopra un austero abito-corazza verde e oro. Annamaria Guarnieri ci offre una maschera dura, una rabbia repressa, un attaccamento ancora morboso per il padre che trapela sotto l’ astio moralistico, ma anche nella trepidazione con cui ne rifà la tosse nervosa, e nella trasognata voglia d’ infanzia con cui rievoca la proprio crescita, lei che avrebbe ispirato la battuta “non ci sono più bambini”. Anche per l’ attrice, che a pochi mesi dopo Nella gabbia, di nuovo per il Teatro Stabile dell’ Umbria, si cerca in un altro ritratto di donna, è una serata d’ onore come per il “non-personaggio”. E alla fine resterà là, in controluce, di spalle al pubblico, guardando il teatrino, mentre Giovanni Crippa, l’ intervistatore, rivelerà un seguito della sua vicenda che ne rovescia l’ immagine: l’accettazione del matrimonio e la rinuncia quindi a essere – come la sconosciuta di Così è, se vi pare – per sé “nessuna”, come per la Storia. Un applauso lunghissimo. Franco Quadri





Stagioni precedenti

— Spoleto, Teatro Caio Melisso XXXV° Festival dei Due Mondi, Mar 7 Lug